Mazzucca Liliana, Emozioni cantate in... musicoterapia

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Durante il primo incontro, con mio sommo stupore e grande meraviglia, Maria intonò un canto: “Chitarra vagabonda” scritta da Romeo Olivieri.
Questo canto sarà, possiamo dire, il ‘leit motif’ di tutti gli incontri  che seguiranno.
Mi chiese di accompagnarla alla tastiera ma per me era molto difficile cercare di eseguire la melodia  perché Maria la intonava nel registro acuto, cambiando continuamente tonalità.
La sua voce era, spesso, stridula, sofferente; a volte eseguiva il canto molto piano, solamente durante lultima seduta dellosservazione, la sua voce sembrava più chiara e le parole del canto erano maggiormente comprensibili.
Al termine degli incontri mi chiedevo come mai Maria avesse cantato proprio quella canzone e non un'altra; condivisi questa riflessione, prima con il tutor, poi in sede déquipe.
In quella sede scaturirono alcune interpretazioni in merito a quanto accaduto.
Maria sicuramente conosceva quella canzone particolare poiché, probabilmente, era legata a uno specifico vissuto: quale?
Incuriosita e perplessa volevo verificare la validità della duplice interpretazione e così, in una situazione informale chiesi a Maria come mai il canto “Chitarra vagabonda” le piacesse così tanto.
Immediatamente Maria diventò malinconica e triste.
Dopo pochi secondi  però, non senza evidente nostalgia, iniziò a raccontarmi alcuni episodi della sua vita.
Ero letteralmente pervasa da un contrasto emotivo poiché ero al contempo preoccupata e contenta.
Preoccupata poiché mi trovavo nella situazione di accogliere il dolore di Maria.
Felice perché avevo compreso il senso di quellespressione canora, giacché la canzone era, verosimilmente, la manifestazione metaforica dei dolorosi vissuti giovanili di Maria, tuttora vivi e... pulsanti.
Liliana Mazzucca
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