Neri Simona, Non mi sembrava vero ma Sara mi ha insegnato ad ascoltare... le mie emozioni

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Il primo colloquio con i genitori di Sara[1] avviene nel marzo del 1999, mi presento a casa loro dopo l’invito della madre per una consultazione finalizzata alla valutazione e alla possibilità di iniziare una terapia musicoterapica.
La madre di Sara, Loretta[2], è una donna giovane, non eccentrica ma vivace nel suo essere... mi accoglie sulla porta di casa con un bel sorriso pregandomi di entrare e scusandosi della confusione. Mi accenna di Sara mentre mi dice che sta finendo di fare colazione. Mentre saliamo la ripida scala dell’ingresso mi accorgo che questa è molto stretta e certamente non adatta al passaggio di una sedia a rotelle, ma non mi soffermo sulla questione pensando solo a conoscere la piccola Sara e suo padre. Il padre di Sara, Claudio[3], mi viene incontro nel corridoio porgendomi la mano e presentandosi, poi mi fanno accomodare nella cucina. Mentre mi incammino nota sulla destra una stanza completamente arredata per la terapia di Sara. Probabilmente doveva essere la sala da pranzo. Claudio mi pare un uomo certamente molto affaticato dalla situazione casalinga, rimango ad osservarlo mentre mi fa strada. Sara sta finendo di bere il caffelatte, è molto raffreddata e dimostra una grande difficoltà nella deglutizione. A grande fatica solleva il capo che tiene reclino in avanti, cerca di guardarmi, poi riabbassa il capo e riprende a bere il suo caffelatte. Claudio si scusa per Sara e mi dice che la bimba non è molto socievole con chi non conosce e che il raffreddore che l’ha colpita negli ultimi giorni la disturba molto. Lascio che Loretta finisca di dare la colazione a Sara e poi cominciamo a parlare. Loretta mi parla di Sara, della sua patologia e di tutto quello che hanno fatto fino ad allora. La mia attenzione, mentre Loretta parla, cade su Sara che sta ferma sulla sedia ad ascoltare la voce della madre mentre con lo sguardo cerca di seguirla nei suoi movimenti. Sara è una bimba di undici anni, piccolina e molto magra per la sua età tanto che sembra più piccola degli anni che ha e mi accorgo che è molto bella. La forte ipertonia la fa stare tutta rannicchiata su se stessa, i suoi arti appaiono contratti e grande pare il disagio per la mia presenza. Dopo un po’ comincia a dare segni di insofferenza con qualche urlo, prontamente ripresa da Claudio Sara abbassa ancora di più la testa appoggiandosi quasi al banco della sedia... Così iniziai il mio cammino nell’universo musicoterapico mettendomi, quasi inconsapevolmente, in ascolto di Sara perché, in cuor mio, intuivo che ogni “… anima umana, quando immersa nell’angoscia e nel dolore, attende di essere svelata e compresa nei suoi geroglifici stellari: attende di essere salvata dal drago della sofferenza e della disperazione: attende di essere ASCOLTATA” (E. Borgna, le intermittenze del cuore). Ponendomi in ascolto ho scoperto, sulla mia pelle, che “... la sofferenza psichica va ascoltata perché dice la verità che, con la nostra vita euforica, ogni giorno noi seppelliamo per la gioia della nostra epidermide. Anche il nostro cuore conosce la verità di questa sofferenza, quindi la verità pura e semplice, ma non vuol riconoscere. Ed è così che il nostro cuore resta inascoltato” (U. Galimberti). Così, paradossalmente, Sara mi ‘ha insegnato’ che “ascoltare non è prestare l'orecchio, è farsi condurre dalla parola dell’altro là dove la parola conduce. Se poi, invece della parola, c’è il silenzio dell’altro, allora ci si fa guidare da quel silenzio. Nel luogo indicato da quel silenzio e dato reperire per chi ha uno sguardo forte e osa guardare in faccia il dolore, la verità avvertita  nel nostro cuore e sepolta dalle nostre parole. Questa verità che si annuncia nel volto di pietra di chi soffre psicologicamente, tace per non fondersi con tutte le altre parole... ogni dialogo rischia  ogni volta di sbriciolarsi nella leggerezza e nella frivolezza: nella inconsistenza tematica nella inerzia comunicativa” (E. Borgna). Ed è per questa ragione che la ringrazio di cuore.
Simona Neri
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[1]Nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy.
[2] Nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy.
[3] Nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy.