Avola Emanuele, Suona la scuola, integrando le emozioni

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Svolgendo il mio lavoro di Operatore Sociale presso la Coop. Soc. “Il Quadrifoglio” di Orvieto e, seguendo già da tre anni a scuola, Leonardo, (nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy, evocante un ragazzo adolescente affetto da una grave forma di cromosopatia congenita con conseguente ritardo psicomotorio, del linguaggio e cognitivo) sentivo la necessità di sviluppare un'attività di integrazione e partecipazione dello stesso e di tutti i suoi compagni di classe. Non sempre, nella normale prassi scolastica, era possibile attualizzare e condividere momenti di scambio e integrazione reciproca tra Leonardo e i compagni, poiché non sempre gli impegni giornalieri didattici coincidevano e perché non sempre Leonardo era disposto a condividere gli stessi spazi e orari con i compagni.
Sentivo quindi la necessità di trovare una modalità di intervento che mi permettesse di far condividere a Leonardo e ai suoi compagni la stessa esperienza ludica-riflessiva, da vivere, condividere e formare insieme.
L’obiettivo era quello di integrare ogni singolo studente all’interno del gruppo classe e permettere a Leonardo di sentirsi, a sua volta, integrato in un gruppo di amici che condividessero con lui le piccole o le grandi difficoltà che trovava nel cammino della vita. Contemporaneamente volevo far conoscere ai ragazzi le qualità nascoste di Leonardo, la sua forza, il suo coraggio, la sua vitalità, la sensibilità, il suo essere sognatore, instancabile compagno di giochi e, perché no, maggiormente bisognevole di attenzione. A mio parere far vivere questa esperienza ai coetanei di Leonardo li poteva far maturare e considerarlo non più come un ‘diverso’ ma come un positivo punto di riferimento per ognuno di loro, un amico con il quale bisogna sempre mettersi in gioco nell'aiuto e nello scambio reciproco. La musica è stata il mediatore fondamentale che ha permesso a Leonardo e ai compagni di scoprirsi e condividere le emozioni vissute.
Sarebbe meglio dire la musicalità, ovvero la capacità di ognuno di rispondere emotivamente e fisicamente agli stimoli sonori che circondano l’ambiente.
L’azione educativa è proceduta prima sulla percezione, poi sull'analisi dello spazio sonoro che circonda Leonardo e i suoi compagni; uno spazio sonoro scolastico, ovvero un luogo fatto di suoni e sonorità che, giorno dopo giorno, caratterizzano il loro percorso educativo. La scuola produce suoni, lo studente ne è al dentro e li assorbe continuamente arricchendosi della loro identità.
La scuola non è scuola se manca il suono della campanella, del pulmino che viene a prendere gli studenti, dello sfogliare di pagine di libri, quaderni, diari...
Non è scuola se mancano le caratteristiche cadenze ritmiche vocali dei docenti, se manca il “frastuono” all’interno della palestra o della mensa...
La scuola si colora delle voci di ogni persona che la vive: bidelli, professori, genitori, alunni... La scuola è quindi una grande cassa di risonanza di suoni che caratterizzano ogni nostra età; ogni momento condiviso nella scuola ha un suono o ne è circondato. La scuola accompagna e protegge (fisicamente e ideologicamente) ogni studente; in ogni anno di crescita gli dona e lo immerge in infiniti suoni di riferimento che, come un battito vitale, lo accompagneranno per tutta la vita. L’esigenza di far scoprire a Leonardo queste percezioni sonore, dando loro un nome e una spiegazione (importanti per la sua maturazione e comprensione), mi ha spinto così a ideare questa esperienza musicale, ossia: “Suona la Scuola”, in cui ogni studente sarà chiamato a dialogare con la propria scuola, cercando in lei ogni sfumatura ed ogni caratteristica personale che si voglia scoprire; questo dialogo sarà svolto andando a cercare “le voci” della scuola, andandole a stimolare e stuzzicare, mettendosi con loro in reciproco scambio e trasmettendo il proprio vissuto.
Un’aula, ad esempio, è stracolma di suoni che possono caratterizzare quell'angolo di scuola; si pensi ai suoni prodotti dai banchi, dalle sedie, dalle mani sui muri, dagli armadietti, dallo sfogliare dei registri, dei libri e quaderni, dal tratto delle penne su un foglio, dal gesso sulla lavagna... suoni che ricordiamo e sentiamo ancora vivere dentro ognuno di noi.
Da ciò ho intuito l’importanza che queste sonorità hanno su ogni studente (così come lo hanno avuto per ciascuno di noi) e questo mi ha stimolato a cercare un'attività che possa rendere ancor più speciale e indimenticabile ogni gesto-suono, ogni sonorità che la scuola trasmette. Questo perché saranno le sonorità che Leonardo e i suoi compagni di classe condivideranno per sempre, nei ricordi, nei pensieri, negli emozionanti ritorni al passato.
Ogni suono caratterizza i singoli istanti di una lezione, ogni momento di condivisione didattica. Si ascoltano e si producono i suoni senza fare più caso alla loro presenza ma, immaginando di viverne senza, scopriamo la loro reale importanza e la loro capacità di riempire e caratterizzare il momento scolastico.
Così, oltre che divertente, sarà stimolante ed educativo andare a curiosare tra gli oggetti inanimati della scuola per cercare le loro voci, da quelle più evidenti (una sedia che cade a terra) a quelle più nascoste (il silenzio del cancellino)...
Sarà divertente e stimolante capire come ognuno si pone dinanzi ad un suono, che può essere auto-prodotto o prodotto da altri o addirittura dall’ambiente stesso.
Sarà interessante scoprire ed “aprire” sempre più le orecchie e la mente alle sonorità che, in sottofondo, accompagnano e allietano (caratterizzandolo) ogni momento della crescita scolastica e umana. Leonardo ha bisogno di attività che stimolino la propria percezione sensoriale, necessita di proposte che lo portino a vivere intensamente un'esperienza di ascolto, musicale e relazionale.
“Suona la Scuola” vuole chiedere, al tempo di ognuno, di rallentare il proprio corso, di aspettare chi rimane indietro, ascoltare cosa realmente ci caratterizza come esseri umani, cogliere le più piccole sfumature di ogni giornata vissuta nell’amicizia e nel reciproco scambio, chiedere a sé stessi e agli altri cosa siamo nella scuola e come la viviamo, come la ascoltiamo!
Ascoltare la scuola vuol dire ascoltare sé stessi e ascoltare gli altri, donare le proprie sonorità umane e vivere quelle degli altri: le voci, le divertenti risate, le litigate, lo scambio di esperienze continue e importanti per tutti i ragazzi... A scuola si impara anche a vivere con gli altri. L’intero lavoro è stato pensato per permettere a tutti di tuffarsi nelle dense sonorità che ci circondano, ma principalmente è stato ideato, progettato, analizzato e articolato per Leonardo e per la sua richiesta continua di amicizia e di aiuto. Ci ascoltiamo nello spazio scuola per ascoltare meglio Leonardo nella vita, analizzando:
  • lo spazio sonoro, lo spazio vitale, lo spazio che ci circonda e in cui siamo parte attiva. Si analizzerà la sensazione realistica di vivere e condividere uno spazio, ovvero un luogo in cui le diverse richieste, proposte ed esigenze trovano la stessa dimensione fisica e mentale;
  • il nostro corpo segna i confini tra lo spazio interno e quello esterno ed è il tramite di scambio di emozioni e percezioni. Lo scambio vitale presuppone due corpi che danno e ricevono. Il corpo è contenitore della nostra vita e di tutte le sue sfumature; il nostro corpo è l’emozione che diventa gesto per gli altri;
  • “mi chiamo suono”… scoprire come siamo fatti di suoni, come la loro esistenza caratterizzi ogni nostro momento di vita andandoci a formare nella musicalità dell'esistenza;
  • “suona la scuola… presentazione dinamica e finalità del progetto.
Emanuele Avola
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