Bonardi Giangiuseppe, L’umano e lo scientifico in musicoterapia forse… possono coabitare in un perfetto equilibrio dinamico

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Il contributo in merito allo scientifico e all’umano in musicoterapia1  mi ha sollecitato una profonda riflessione sul mio modo di farla. Dopo innumerevoli anni di prassi musicoterapica con adulti, adolescenti e bimbi, perlopiù compromessi dal punto di vista relazionale, ripenso con piacere al percorso intrapreso. Vent’anni fa, in Italia, il termine musicoterapia evocava in noi, speranzosi neofiti, innumerevoli quesiti cui non trovavamo risposte. Assisi era il fulcro in cui le idee di alcuni pensatori confluivano in un corso di studi che si prefiggeva di dare un volto disciplinare a questa prassi. Rammento con piacere le interminabili discussioni, anche accese, che facevano da sottofondo alle torride e scanzonate serate assisane di noi studenti. Così di giorno ascoltavo le lezioni dei docenti, ora colleghi, nel pomeriggio frequentavo i laboratori e la sera…, tra frizzi e lazzi,  ci chiedevamo, rumorosamente, che cosa fosse la musicoterapia. Non ci ponevamo il problema se la musicoterapia fosse scientifica o umana perché in realtà nessuno sapeva che cosa fosse. Così arrivai alla conclusione che per comprendere la musicoterapia dovevo semplicemente… farla. Iniziò in quel modo la mia avventura musicoterapica che mi dischiuse le porte della disabilità gravissima e grave. Conobbi un mondo insolito, forse parallelo, dove le poche teorie psicologiche che avevo faticosamente acquisito andavano in frantumi perché, lì, non funzionavano e, le acquisizioni musicali, così duramente apprese in anni di conservatorio, vacillavano allorché mi trovavo ad ascoltare una musica fatta non con regole tonali ma con altre che non conoscevo. Ero contento perché finalmente mi trovavo in una realtà in cui le certezze si infrangevano, ma, ben presto, mi resi conto che quelle persone, gravemente compromesse, ponevano quotidianamente domande alle quali dovevo dare almeno una risposta. Come? In che modo? Ovviamente elaborando un nuovo percorso. Così dalla felicità iniziale passai ben presto alla preoccupazione poiché ero ben consapevole che nessuno aveva le idee chiare al riguardo, tantomeno io.

 

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[1] Postacchini P. L., Spaccazocchi M., (2010), MUSICOTERAPIA: Scientifica o Umana?, MiA, Musicoterapie in Ascolto,  17 febbraio 2010.