Carli Giovanni, In risposta al M° Spaccazocchi

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Ho letto la proposta del M° Spaccazocchi e le successive considerazioni fatte dal Ch. Ill. Prof. Bonardi, così mi sono sentito di rispondere e giustificare l’apparente indifferenza all’argomento trattato.
 
Principi guida nelle relazioni interpersonali
1) Il silenzio è sempre la migliore opzione;
2) ove non sia possibile attenersi al punto 1 è auspicabile la sintesi.
Superata, di fatto, la prima istanza, le mie considerazioni al riguardo sono le seguenti:
- sono d’accordo;
- non sono d’accordo.
 
Mysticism for Dummies, ovvero Il Musicoterapista Fotonico
Per giustificare due risposte apparentemente contraddittorie è necessario che proceda con qualche approfondimento, nella speranza di mantenere una linearità discorsiva.
 
Indice:
- linguaggio e paradigma scientifico;
- prassi valutativa: sillogismo e dualismo;
- insight: intuizione ed energie rinnovabili.
 
Ricordi
Nei quattro anni di frequenza trascorsi ad Assisi, le lezioni sono sempre state inaugurate da un istogramma proiettato su un grande schermo, accompagnato dalle seguenti parole del Prof. Postacchini: “Questo è quello che vi aspetta, un rapporto costi/benefici, nulla più. Anzi, con gli anni a venire le cose non potranno che peggiorare” (adattamento molto approssimativo di ricordi ormai lontani). Altro passaggio ricorrente: “Abbiamo dato alla Musicoterapia un quadro teorico di riferimento, individuato una prassi, stiamo cercando un riconoscimento legislativo.”.
 
Prime riflessioni
  • Affinché la Musicoterapia acquisti credibilità è necessario procedere, avvicinandosi il più possibile ai dogmi della scienza, con le relative procedure sperimentali e verifiche.
  • Il linguaggio è un mezzo di convergenza utile, necessario al punto tale che gli studiosi di filosofia della scienza individuano l’affermazione di un paradigma scientifico (formulazione di una teoria) con la definizione e l’adozione condivisa del linguaggio ad esso relativo.
  • In questo percorso è necessaria un’onestà intellettuale che sinceramente fatico a riconoscere nel panorama nazionale, denso di scuole e istituzioni dalle mille sfaccettature, spesso autoreferenziali.
Memento
Appena diplomato partecipai a una riunione organizzata da musicoterapeuti della prima/seconda ora; il loro intento era trovare nuovi stimoli che potessero ravvivare il proprio interesse per la materia, prescindendo dall’ovvia soluzione di aprire un nuovo corso di formazione musicoterapica. Al tempo ero esausto per l’impegno sostenuto con il tirocinio e la tesi, così non partecipai ai successivi incontri, anche perché sinceramente non mi sentii coinvolgere dai “veterani”. A distanza di nemmeno un anno venni a conoscenza del fatto che il promotore di quegli incontri (al tempo già titolare di una scuola) aveva organizzato un nuovo corso, riconosciuto da una istituzione ufficiale, e aveva rifiutato l’iscrizione a un “veterano”, che aveva partecipato alle riunioni ma non ancora diplomato, in quanto non possedeva i titoli richiesti. Lo stesso “veterano” era però a suo giudizio in grado di seguire e sostenere gli iscritti per i tirocini. A me questa parve e pare tuttora una grandissima contraddizione (non è precisamente il termine che mi venne in mente), degno di quel fenomeno che si chiama Musicoterapia, in cui tutti sono meglio di tutti e ognuno può pontificare sull’operato altrui.
 
Opinioni
Sono d’accordo nella necessità di adottare un linguaggio comune, non sono d’accordo nell’offrire spunti per l’apertura di nuove scuole di formazione curricolari. Sono dell’opinione che una gran parte delle competenze richieste faccia già parte di chi si iscrive ai corsi, mentre l’approfondimento delle stesse debba essere svolto all’interno dei laboratori durante la frequenza. Gli insegnanti di Assisi, come il M° Spaccazocchi e tutti i suoi colleghi, sono degli ottimi professionisti e parte del loro lavoro riguarda proprio la capacità di stimolare la curiosità necessaria per approfondire le lacune personali.
Adottare un criterio scientifico ortodosso però non è sufficiente in quanto la scienza non dispone degli strumenti in grado di misurare le variabili in gioco nelle relazioni umane.
Se è importante e necessario dotarsi di un linguaggio comune, è altrettanto vero e importante poter condividere il medesimo punto di osservazione. Con un po’ di onestà si deve ammettere il fallimento di questo intento perché è umanamente impossibile.
Una Pet ci può dare un’immagine delle attività cerebrali in risposta a uno stimolo ma non è in grado di informarci sulle risposte emotive dell’individuo. È come pretendere di scaldarsi con la fotografia di un caminetto acceso: sappiamo che il fuoco ci dà calore solamente per il fatto che lo conosciamo, a prescindere dalla foto. È il principio di indeterminazione di Heisenberg: con la foto possiamo vedere esattamente la posizione delle fiamme del camino al momento dello scatto ma se vogliamo percepire il calore e comprendere il fenomeno nella sua pienezza probabile (non provabile) dobbiamo rinunciare a una parte delle informazioni.
Il mio percorso di tesi è stato dettato da un rigoroso criterio scientifico, soddisfacente per individuare una prassi ma allo stesso tempo insoddisfacente per giustificare la variabilità dei risultati. Gli “affetti vitali” (Stern) in gioco non sono determinabili e quantificabili con uno strumento di analisi, perché, al pari della fiamma di un camino, indicano solamente la risposta dell’organismo. Al tempo mi accontentai di definire questa complessità con il nome di metafora musicale ma rimase l’insoddisfazione e la necessità di trovarvi una risposta adeguata.
 
Scienza e misticismo
Qualche anno più tardi ho sentito pronunciare queste parole: “L’umanità non riuscirà a progredire realmente fino al momento in cui la Scienza non si riunirà al Misticismo.”.
 
Aneddoto
Da bambino avevo tre gattini che mio fratello, allora studente di filosofia, aveva chiamato rispettivamente Stoico, Mistico ed Estetico. Stoico era finito sotto una macchina diverse volte, Estetico si leccava di continuo il pelo ma cosa facesse Mistico non lo sapevo proprio. E ho continuato a non interessarmene.
 
Coincidenze
Sto svolgendo tranquillamente il mio lavoro di musicoterapista quando un operatore abitualmente taciturno mi rivolge la parola: “Ho saputo che ti piace andare in montagna…”. Rispondo: “sì, trovo che camminare sia un ottimo modo per allontanarmi dalla quotidianità, quando posso ci vado da solo così osservo la natura e nella pace rifletto sulle cose che mi vengono in mente.”. “Allora sei un mistico! ”. E penso: “Cosa avrà voluto dire?
 
Morale
Non è una casualità. Diventa un criterio scientifico se si accetta il confronto con l’inconoscibile, se si accetta la diade Fenomeno/Noumeno, l’unica possibilità di verificare la bontà del proprio operato, a patto di conservare l’onestà e il distacco necessari. Da Platone a Kant il noumeno è il corrispondente ideale della realtà fenomenica tangibile.
Per tornare alle qualità richieste al musicoterapista, direi che la possibilità di riconoscere che alla realtà n corrisponde 1 realtà noumenica, non può che portare risultati positivi:
n+1 = n1 m,
passando dal noumeno kantiano al fenomeno kantiamo (perdonate il giochetto, cosa non si fa per giustificare le proprie posizioni).
L’ineffabilità della musica (Jankelevitch) si deve proprio alla sua capacità di muovere stati d’animo, di indurre sensazioni difficilmente descrivibili con le parole, con il linguaggio. È il termine di paragone perfetto per le deduzioni fenomeniche: comparando ciò che la musica induce con ciò che si può dedurre dalla realtà osservata possiamo ottenere la sintesi perfetta e vivere pienamente la dualità nella sua piena espressione, dalla perfetta consonanza all’apparente contraddizione, e in questo modo svelare poco a poco i significati più profondi di esperienze apparentemente scontate. Yin/Yang, accordo/disaccordo, ecc., sono le due manifestazioni del medesimo significato, l’espressione del dinamismo vitale la cui alternanza garantisce la nostra stessa vita. Per riconoscere questo è assolutamente necessario un livello di ascolto profondo, interiore ed esteriore, e una disponibilità a riconoscere i propri limiti, proprio come avviene quando si tara uno strumento di misurazione per evitare il rischio di errori grossolani.
Trovo riscontro di quanto detto nel testo della canzone
The Book of Love” (Magnetic Fields, 1999):
The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
...
The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it is just transcendental
Some of it is just really dumb
But I
I love it when you sing to me
And you
You can sing me anything
The book of love is long and boring
And written very long ago
It's full of flowers and heart-shaped boxes
And things we're all too young to know
No one can lift the damn thing, Some of it is just transcendental, Some of it is just really dumb, And things we're all too young to know.
Amore e musica
Cos’è la musica lo possiamo sapere, ne facciamo esperienza di continuo, ma cosa sia l’Amore penso sia davvero difficile da comprendere nel suo significato profondo. Si può intuire ma nulla più. E l’intuizione è il processo che ci permette di ristrutturare la nostra cognizione, l’Insight  di Kohler, caposcuola della Gestalt, il processo che ci consente di dare una forma concreta ad “affetti vitali” altrimenti indescrivibili.
In conclusione
E se a tutte le tipologie di Homo del M° Spaccazocchi comprendessimo anche l’Homo Om?
Giovanni Carli