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Categoria: DALL’OSSERVAZIONE ALL’ASCOLTAZIONE
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Pubblicato Sabato, 16 Aprile 2011 08:31
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La “ricerca musicoterapica” è la fase preliminare che ha come finalità la raccolta di informazioni che costituiscono parte del bagaglio mnemonico di esperienze del soggetto e che risultano preziose per riuscire a cogliere la sua personale sonorità-musicalità. Questa fase prevede momenti di osservazione ambientale per la ricognizione acustica degli ambienti maggiormente esperiti dalla persona e, quando possibile, anche incontri con le figure che accudiscono il soggetto (familiari, parenti, educatori di riferimento ecc). L’obiettivo specifico di questa fase è quello di rilevare e raccogliere informazioni utili riguardanti i suoni e le musiche che appartengono all’ambiente di vita quotidiana della persona in modo, poi, di riproporle nel contesto musicoterapico al fine di valutare se le modalità di risposta manifestate dalla persona siano rivolte a sé e/o all’altro da sé. La rilevazione di questa fase dell’intervento musicoterapico consiste dunque nel raccogliere informazioni tramite colloqui e ricognizioni acustiche ambientali. Il colloquio permette di effettuare un’intervista finalizzata a cogliere dati inerenti:
- gli ambienti esperiti maggiormente dalla persona;
- i luoghi dove la persona permane maggiormente;
- le fonti di emissione sonoro-musicali presenti nei luoghi presi in considerazione;
- gli eventi musicali esperiti dalla persona.
- Le ricognizioni acustiche ambientali sono la risultante di un’osservazione tramite la quale cogliere i seguenti aspetti:
- orario di rilevazione;
- situazione osservata;
- organizzazione dell’ambiente;
- durata di permanenza della persona;
- posture e/o posizioni assunte dalla persona;
- fonti di emissione sonoro-musicali presenti nell’ambiente;
- espressioni attivate dalla persona;
- risposte attivate dalla persona;
- espressività per le emozioni/sensazioni manifestata dalla persona secondo una valenza di piacere o dispiacere;
- vissuti senso-emotivi del musicoterapista durante l’osservazione ambientale secondo una valenza positiva o negativa;
- annotazioni rilevate durante la ricognizione.
Le informazioni inerenti la fase di ricerca sono state raccolte tramite un’intervquotidianamente da lei nel C.S.E.
Durante il colloquio con la madre ho sapuista alla madre di Simona (nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy) e la rilevazione acustica di alcuni ambienti esperiti to che Simona vive in una cascina e solitamente permane in cucina (con la madre), nel bagno, nel cortile o nel prato. In ragione di ciò Simona, durante la giornata, veniva a contatto con variegate e circostanziali sonorità caratterizzanti gli ambienti domestici e rurali che io ho cercato di rilevare con apposite schede. Inoltre la mamma mi ha raccontato che, in passato, Simona sembrava interessata alle canzoni che ascoltava con la nonna paterna: “Piemontesina” - “Gioventù” - “Cosa vuoi” - “La storia di Papa Giovanni” – “La domenica andando alla messa” - “La storia di Ermanno” - “Sulla montagna”. Qualche anno fa in televisione Simona sembrava attratta dalle sigle di spettacoli e cartoni animati: “Heidi” - “Remi” - “Portobello” - “Ma che musica maestro”. L’osservazione rivolta a Simona nel C.S.E. è avvenuta in tre sedute settimanali e mi ha consentito di rilevare le modalità espressive manifestate dalla ragazza nei riguardi di tre differenti situazioni e luoghi acustici:
- laboratorio educativo;
- sala di ritrovo;
- mensa.
Il tempo di permanenza di Simona negli ambienti presi in considerazione è risultato diverso: la ragazza è rimasta nella sala di ritrovo insieme per circa 15’, nel laboratorio educativo per 30’ e in mensa per 45’. Durante il tempo di osservazione sono state rilevate, come fonti di emissione sonoro-musicali principalmente presenti, le voci dei compagni e degli educatori che parlavano tra di loro oppure si rivolgevano a Simona individualmente. Nel laboratorio educativo, inoltre, sono state proposte anche alcune sonorità provenienti dallo stereo; mentre nella sala di ritrovo sono state cantate brevi melodie accompagnate dalla pianola. Tutti questi ambienti avevano, comunque, come caratteristica acustica comune, un’eccessiva presenza di stimoli sonoro-musicali che, probabilmente, inducevano Simona a ricercare attivamente l’isolamento oppure ad assumere atteggiamenti che denotavano ostilità, rifiuto, tensione con scatti etero-autolesivi. Queste reazioni hanno avuto in me un effetto relativamente negativo dato probabilmente da una notevole componente di preoccupazione che mi causava perplessità e tensione. Nonostante ciò ho esperito anche momenti di adeguatezza e benessere in cui mi sentivo soddisfatta di quello che stato vivendo. Le espressioni che la ragazza attivava nei confronti degli educatori e dei compagni avvenivano a livello prevalentemente motorio o visivo, più raramente a livello tattile. Nei riguardi di sé Simona si esprimeva a livello motorio e vocale.
Sandra Pasinetti
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