Pasinetti Sandra, L’osservazione di Simona nel contesto musicoterapico
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- Categoria: DALL’OSSERVAZIONE ALL’ASCOLTAZIONE
- Pubblicato Sabato, 30 Aprile 2011 08:20
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L’osservazione (l’accoglienza) musicoterapica è la fase iniziale di approccio nella quale il soggetto “racconta” di sé a livello sonoro-musicale; un momento delicato volto in particolare ad “incontrare” la persona cui è rivolto l’intervento in un contesto il più possibile rassicurante. In relazione ai dati precedentemente rilevati[1] ho accuratamente scelto e posizionato nella stanza gli strumenti musicali e gli elementi d’arredo. Ho individuato quindi tre “punti di collocazione” significativi: due punti in prossimità degli strumenti musicali e un punto dove c’era la fonte di emissione sonoro-musicale. Durante le tre sedute d’osservazione, Simona (nome di fantasia, in ottemperanza alla legge della privacy) è rimasta nel contesto musicoterapico per 11’/ 12’ al massimo. Standosene eretta o inchinata in prossimità degli strumenti musicali Simona tendeva prevalentemente ad isolarsi rimanendo in posizione immobile o dondolandosi a destra o a sinistra. Durante le sedute Simona ha messo in atto gesti che apparivano carichi di significato e che si sono rivelati sempre gli stessi. La ragazza, infatti, spesso metteva l’indice di una mano sul palmo dell’altra mano, si premeva entrambe le mani sulla pancia, tendeva il braccio avanti a sé e teneva per qualche secondo la mano sulla fronte. Simona ha attuato anche modalità di osservazione e di aggressività autodiretta. Le prime erano rivolte alla musicoterapista e alla fonte di emissione sonoro-musicale, mentre le altre avvenivano battendo un piede a terra e contemporaneamente dando un colpo con la mano aperta davanti a sé oppure battendo la mano chiusa a pugno sul palmo dell’altra mano. Saltuariamente la ragazza percuoteva brevemente con le mani o con un battente: le congas, il tamburello e lo xilofono. Di tanto in tanto Simona emetteva un sibilo più volte ripetuto e un suono gutturale nel registro medio-grave simile ad una “NA”, rivolgendo lo sguardo verso di sé oppure nei miei riguardi. La ragazza ha portato con sé i giornali solo una volta e inoltre ha avuto due reazioni di sorriso anche se non rivolte a me. Le componenti emozionali che Simona esprimeva nei miei confronti, a livello delle diverse aree corporee sono state:
- mimica facciale (ostilità con gradiente massimo);
- sguardo (dominanza con gradiente massimo);
- voce (sottomissione con gradiente medio);
- postura (sottomissione e ostilità con gradiente medio);
- tono posturale (sottomissione e ostilità con gradiente medio);
- respiro (sottomissione con gradiente medio);
- movimento (ostilità con gradiente massimo);
- gestualità (sottomissione e ostilità con gradiente medio);
- contatto fisico (amichevolezza, sottomissione e dominanza con gradiente minimo).
Gli incontri con Simona non sono stati piacevoli, anzi mi sentivo preoccupata, insicura, perplessa e rifiutata. Quella breve manciata di minuti era da me vissuta come un tempo qualitativamente interminabile. Un tempo “presente” in cui ero dibattuta tra i miei vissuti e il ruolo che dovevo svolgere di osservatrice volto a cogliere gli aspetti specifici della sonorità-musicalità-corporeità appartenente a Simona. L’apparente staticità dello scenario osservativo si attenuava qualora proponevo a Simona l’ascolto delle sonorità e delle musiche da lei conosciute. Durante l’ascolto Simona orientava il capo guardando verso la fonte di emissione sonoro-musicale per tutti gli eventi sonoro-musicali proposti. Solamente questo sguardo rivolto verso la fonte di emissione sonoro-musicale mi rassicurava e mi balenava in mente che verosimilmente potevo utilizzare questo “materiale” per trovare dei punti di contatto con Simona. La lettura comparata dei dati rilevati nelle tre sedute d’osservazione ha evidenziato l’estrema brevità del tempo di incontro. Pertanto il successivo intervento musicoterapico è stato inizialmente orientato verso l’ampliamento della durata della seduta, mediante l’adozione degli strumenti musicali, delle sonorità e delle musiche gradite da Simona. Nella conclusione inerente la fase di osservazione ho effettuato un’analisi delle modalità di espressione non verbale e sonoro-musicale che avevo rilevato. Questa analisi è avvenuta sulla base di schede appositamente elaborate[2] per riuscire ad individuare dei precisi indicatori determinanti l’inizio dell’intervento musicoterapico, ossia: i mediatori scelti, la durata, la frequenza, l’intensità, la velocità e l’altezza che caratterizzavano le modalità espressive di Simona.
Sandra Pasinetti
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[1] Pasinetti Sandra, L’intervento musicoterapico con Simona, 8 aprile 2011, MiA, Musicoterapie in Ascolto.
[2](Annotazione a cura della redazione di Musicoterapie in… ascolto. A causa delle notevoli difficoltà di inserimento dei contributi tecnici menzionati dall’autrice (simbologia specifica, schede di rilevazione, ecc.), la redazione e la scrivente hanno concordato che la lettrice o il lettore, interessato alla visione degli stessi, può contattare direttamente l’autore, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).