Bonardi Giangiuseppe, Io sono come ascolto

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Che cosa sollecita in noi l’ascolto di un evento musicale?

Durante l’ascolto:
  • proviamo sensazioni corporee (dimensione corporea);
  • viviamo emozioni, sentimenti (dimensione emotiva);
  • evochiamo ricordi, colori, immagini,pensieri, vissuti spirituali, ecc. (dimensione analogica);
  • riconosciamo le componenti formali dell’evento musicale percepito (dimensione sintattica).
L’ascolto musicale quindi favorisce in noi la riscoperta e l’accoglienza delle nostre dimensioni:
  • corporea;
  • emotiva;
  • analogica;
  • sintattica.
 
Perché ascoltiamo in questo modo?
Ascoltiamo in questo modo perché, verosimilmente, il nostro sistema uditivo è interconnesso con altri organi che coinvolgono, di fatto, tutto il nostro corpo-mente.
  • In particolare, la membrana timpanica si tende quando ascoltiamo suoni di debole intensità e di alta frequenza, mentre si allenta alla presenza di suoni di forte intensità e alle basse frequenze.
  • Il timpano è innervato dal X paio dei nervi cranici, ossia dal nervo “vago” che da solo controlla il sistema neurovegetativo o somatico.
  • Il nervo “vago” è sollecitato quando ascoltiamo suoni bassi e di forte intensità poiché la membrana timpanica, per proteggere l’orecchio, si allenta. In questa prospettiva l’informazione uditiva può arricchirsi di sensazioni corporee sollecitate dal nervo “Vago”, già a livello timpanico.
  • Grazie alle innervazioni del martello con il “trigemino” (V paio dei nervi cranici) e della staffa, con il VII paio dei nervi cranici, l’informazione uditiva può sollecitare i muscoli masticatori (martello – “trigemino”) e i muscoli facciali e pellicciai del collo (staffa – VII - laringe).
  • L’integrazione del sistema uditivo e il corpo è altresì avvalorata dall’interazione che sussiste tra l’apparato del Corti, situato nell’orecchio interno, il vestibolo e il cervelletto, organi preposti al controllo di tutti i muscoli del corpo (vestibolo) dell’equilibrio (vestibolo, cervelletto) e del movimento (cervelletto).
  • Proseguendo il percorso, grazie all’interazione del lemnisco laterale con la formazione reticolare, volta prevalentemente a modulare lo stato di coscienza, l’informazione uditiva può concorrere ad attivarlo o ad attenuarlo.
  • Grazie alle interazioni che si stabiliscono anatomicamente tra i corpi genicolati mediali, il talamo (assolve funzioni cognitive e motorie), l’ipotalamo (presiede alle funzioni mentali che condizionano le emozioni, la vita vegetativa e il sistema motivazionale) e il sistema limbico o ippocampo partecipa alle connessioni tra i processi emozionali, mnestici e cognitivi).
  • Il musicale percepito può ora sollecitare nell’ascoltatore, l’attivazione di processi mentali di tipo: cognitivo, emozionale, mnestico, motivazionale.
  • Finalmente il musicale giunge nello stadio finale di ricezione e di elaborazione, ossia nell’area 41 di Hescl. Quest’area discrimina tutte le altezze che formano il musicale percepito.
  • Dopo, il musicale giunge nelle aree secondarie degli emisferi destro e sinistro.
  • Nelle aree secondarie dell’emisfero destro i gruppi di stimoli acustici eseguiti simultaneamente e le serie di suoni aventi altezze e strutture ritmiche differenti, sono discriminati con esattezza.
  • Nelle aree secondarie dell’emisfero sinistro (dominante), i suoni linguistici sono analizzati e sintetizzati.
  • Finalmente l’informazione musicale giunge al termine del suo viaggio, ossia nelle aree terziarie.
  • Le aree terziarie hanno una funzione integrativa dell’informazione uditiva con quelle provenienti dagli altri analizzatori.
  • È ragionevole presupporre quindi che, nell’elaborazione finale di quanto percepito dall’ascoltatore, non c’è solamente il contenuto squisitamente musicale, ma anche altri carichi di: sensazioni corporee, emozioni, sentimenti, ricordi, immagini, forme, colori…
Ripensando a quanto esposto, in particolare, al percorso percettivo preso in esame, l’informazione acustica non viene recepita e trasmessa in modo esclusivamente musicale, ma si integra con altre informazioni somatiche, viscerali, corporee, emotive, analogiche derivanti dalle sollecitazioni compiute dai suoni durante il tragitto considerato, delineando in tal modo la nostra soggettività d’ascolto.
In questa prospettiva non è la musica in sé che ha contenuti extra musicali ma sono io che, in relazione al mio sistema ricettivo (corpo-mente), grazie alla musica percepita, conosco le mie dimensioni d'ascolto.
Pertanto, è legittimo affermare...
 
IO SONO COME... ASCOLTO
 
e, verosimilmente,
 
L’ALTRO DA ME ASCOLTA IN UN MODO DIVERSO DAL MIO.
 
 
Giangiuseppe Bonardi
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